Giovedì
2 agosto 2012 si è svolto a Cortona l’incontro “Ne sentirete parlare. Un’idea
di pubblicità”, uno dei tanti previsti all’interno del programma del Cortona
Mix Festival alla sua prima edizione. Protagonisti Giuseppe Mazza (Direttore Creativo dell’agenzia
pubblicitaria Tita) e Riccardo Staglianò
(giornalista de laRepubblica), oltre che un pubblico interessato e
accorso nonostante la temperatura simil africana proibitiva per chiunque! Principalmente
la discussione è stata incentrata sull’idea di pubblicità come arte o come
scienza e sul concetto di pubblicità occulta, termine caro allo scrittore Vance
Packard autore del libro “I persuasori occulti” pubblicato nel 1958, il cui
titolo si riferisce proprio ai pubblicitari. Staglianò d’accordo con l’autore
americano ha più volte definito (in tono ironico) “luciferina” la pubblicità proprio
per indicare la comunicazione come pericolosa e subdola. Ma cosa diceva
precisamente Packard? Secondo lui ad essere pericolosa è l’unione tra
psicoanalisi e pubblicità, in quanto provocherebbe
l’annullamento della libertà di scelta del consumatore; il pubblicitario viene
visto come un soggetto pericoloso poiché capace di inserirsi nelle menti e
manipolarle. Scrive Packard: “Molti di noi vengono oggi influenzati assai più
di quanto non sospettino, e la nostra esistenza quotidiana è sottoposta a
continue manipolazioni di cui non ci rendiamo conto. Sono all’opera su vasta
scala forze che si propongono, e spesso con successi sbalorditivi, di
convogliare le nostre abitudini inconsce, le nostre preferenze di consumatori,
i nostri meccanismi mentali, ricorrendo a metodi presi a prestito dalla
psichiatria e dalle scienze sociali. E’ significativo che tali forze cerchino
di agire su di noi a nostra insaputa, sì che i fili che ci fanno muovere sono
spesso, in un certo senso, “occulti”. […] Alcuni uomini di scienza, alleandosi
con la pubblicità, le hanno fornito potentissimi e paurosi strumenti. L’impiego
della psicoanalisi di massa nelle grandi offensive di “persuasione” sta ormai
alla base di una industria multimiliardaria. E i “persuasori” di professione
non hanno esitato a servirsene, avidi come sono di tutto ciò che possa aiutarli
a propagandare con maggiore efficacia le loro merci – siano esse manufatti,
idee, ideali, atteggiamenti, candidati, o stati d’animo”. Personalmente credo
che per quanto una pubblicità possa essere “luciferina” o occulta, alla fine è
il prodotto che “parla”, nel senso che se questo non è buono o non risponde
positivamente alle aspettative create dalla comunicazione, il consumatore non
sarà influenzato una seconda volta.
Per
la cronaca l’incontro cortonese è durato un’oretta scarsa; peccato, avrei
sperato durasse un po’ di più
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