giovedì 9 agosto 2012


Giovedì 2 agosto 2012 si è svolto a Cortona l’incontro “Ne sentirete parlare. Un’idea di pubblicità”, uno dei tanti previsti all’interno del programma del Cortona Mix Festival alla sua prima edizione. Protagonisti Giuseppe Mazza  (Direttore Creativo dell’agenzia pubblicitaria Tita) e Riccardo Staglianò  (giornalista de laRepubblica), oltre che un pubblico interessato e accorso nonostante la temperatura simil africana proibitiva per chiunque! Principalmente la discussione è stata incentrata sull’idea di pubblicità come arte o come scienza e sul concetto di pubblicità occulta, termine caro allo scrittore Vance Packard autore del libro “I persuasori occulti” pubblicato nel 1958, il cui titolo si riferisce proprio ai pubblicitari. Staglianò d’accordo con l’autore americano ha più volte definito (in tono ironico) “luciferina” la pubblicità proprio per indicare la comunicazione come pericolosa e subdola. Ma cosa diceva precisamente Packard? Secondo lui ad essere pericolosa è l’unione tra psicoanalisi e pubblicità, in quanto  provocherebbe l’annullamento della libertà di scelta del consumatore; il pubblicitario viene visto come un soggetto pericoloso poiché capace di inserirsi nelle menti e manipolarle. Scrive Packard: “Molti di noi vengono oggi influenzati assai più di quanto non sospettino, e la nostra esistenza quotidiana è sottoposta a continue manipolazioni di cui non ci rendiamo conto. Sono all’opera su vasta scala forze che si propongono, e spesso con successi sbalorditivi, di convogliare le nostre abitudini inconsce, le nostre preferenze di consumatori, i nostri meccanismi mentali, ricorrendo a metodi presi a prestito dalla psichiatria e dalle scienze sociali. E’ significativo che tali forze cerchino di agire su di noi a nostra insaputa, sì che i fili che ci fanno muovere sono spesso, in un certo senso, “occulti”. […] Alcuni uomini di scienza, alleandosi con la pubblicità, le hanno fornito potentissimi e paurosi strumenti. L’impiego della psicoanalisi di massa nelle grandi offensive di “persuasione” sta ormai alla base di una industria multimiliardaria. E i “persuasori” di professione non hanno esitato a servirsene, avidi come sono di tutto ciò che possa aiutarli a propagandare con maggiore efficacia le loro merci – siano esse manufatti, idee, ideali, atteggiamenti, candidati, o stati d’animo”. Personalmente credo che per quanto una pubblicità possa essere “luciferina” o occulta, alla fine è il prodotto che “parla”, nel senso che se questo non è buono o non risponde positivamente alle aspettative create dalla comunicazione, il consumatore non sarà influenzato una seconda volta.
Per la cronaca l’incontro cortonese è durato un’oretta scarsa; peccato, avrei sperato durasse un po’ di più

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