mercoledì 2 luglio 2014


E' uno dei maggiori pubblicitari protagonisti della Rivoluzione Creativa degli anni Sessanta, ma spesso viene ricordato "solo" per le sue famose 92 copertine del magazine Esquire (create dal 1962 al 1972); da ricordare che il Museum Of Modern Art (MOMA) di New York ne ha esposte 32.
Nato nel 1931 nel Bronx, il quartiere non facile di New York, Lois entra in pubblicità dopo aver preso parte alla guerra di Korea, assunto dalla celebre agernzia DDB (Doyle Dane Bernbach). Dopo un anno, fonda insieme a Fred Papert e Julian Koening la sua propria agenzia, la PKL. Nel 1967 la lascia e crea la Lois, Holland, Callaway fino poi a fondare la sua ultima agenzia: Lois/Usa. Ha creato pubblicità memorabili, successi straordinari rimasti nella storia, divenuti oggetto di studio. Pensiamo alla campagna "I love my MTV", riuscì finalmente a far apprezzare il canale musicale, fino all'ora disprezzato non poco; con un solo annuncio (clicca qui per vederlo) fece diventare famoso il fino all'ora sconosciuto Tommy Hilfiger; e ancora Xerox, US Today, VH1, ESPN. Numerosi i riconoscimenti per il suo lavoro: The Art Directors Hall of Fame, The One Club Creative Hall of Fame, American Institute of Graphic Arts, CLIO, Society of Publication Designers, School of Visual Arts.
In un'intervista (questo il link) dichiara la sua idea di buona pubblicità: "Fare le cose semplici. Una campagna come si deve ha due mezzi mnemonici: quello visuale—qualcuno che fa qualcosa—e quello verbale. L’idea alla base dev’essere supportata da questa sinergia". In riferimento alla popolare serie TV  Mad Men dichiara: "Tutti loro odiano a morte Mad Men perché sanno veramente come andavano le cose ai tempi! È una cosa che mi fa imbestialire. I personaggi della serie pensano solo a scopare, farsi le segretarie e alcolizzarsi tutto il giorno. Non si parla mai di gente che ha un minimo di talento e delle idee geniali. Probabilmente il mio atteggiamento verso Mad Men è lo stesso che hanno i mafiosi veri quando guardano I Soprano. I mafiosi si faranno grosse risate, pensando, “Non è così che stanno le cose.” Io sono qui a dirti, “Mad Men è una gran cazzata,” e so anche di avere ragione.

Fonti: Wikipedia, www.georgelois.com, www.vice.com/it/

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